Si parla sempre più spesso di Sviluppo Sostenibile, cioè di decisioni che devono essere prese dai più vari punti di vista, perché i problemi del presente possano essere soddisfatti senza compromettere la possibilità di soddisfare i bisogni delle generazioni future.
Nel 2015, su questo tema, a livello mondiale, si è avviata l’Agenda 2030 promossa dall’ONU, che sviluppa 17 obiettivi nelle tre grandi aree del “vivere bene”, “stando bene anche con gli altri”, “in un contesto ecologico rispettato e sano”.
Ormai da diversi anni, attraverso la ricerca “Benessere e Sostenibilità”, Eumetra analizza con cadenza annuale le opinioni su questo progetto presso la popolazione italiana, distinguendo – nell’analisi degli atteggiamenti assunti – i vari segmenti della popolazione, distinguendoli per la percezione del proprio Benessere.
Quando in questa analisi si analizza la posizione dei segmenti che stanno bene – di una certa età, istruiti, di status medio-alto ed alto – si rileva forte preoccupazione su queste tematiche, e si ottiene una totale adesione a decisioni che si preoccupano di Sviluppo Sostenibile, e di benessere sociale per il futuro.
Quando invece si analizzano le risposte delle generazioni più giovani, pur di buona istruzione, ma che vivono nel totale precariato, convinte nazionaliste, la reazione è quasi opposta: loro non pensano affatto al futuro, né a progetti di Sviluppo Sostenibile, ma pretendono che il Sistema si assuma Responsabilità Sociale nel trovare, nel più breve tempo possibile, delle soluzioni ai loro problemi contingenti. Dal loro punto di vista, le tematiche di Sostenibilità devono essere rinviate, a fronte di una emergenza, che è la loro, che è di “adesso”, e che non è più rinviabile.
Fonte: Benessere e Sostenibilità
Dalle analisi sociali che vengono condotte, pare che negli ultimi anni questa tensione sia aumentata, e che l’elastico sociale tra queste nuove generazioni – che ormai rappresentano la maggioranza -, e la storica élite, si stia tendendo sempre di più.
Di fatto, questi segmenti sociali non sono contrari a logiche di Sostenibilità, ma ritengono che ci siano priorità da soddisfare, che coincidono con loro, nelle loro persone, ora, e nelle loro prospettive immediate, sulle quali nessuno sta prendendo decisioni.
Non c’è ormai più credibilità che possa essere lo Stato ad occuparsi di questi problemi. C’è invece una attesa crescente che sia il Sistema Economico a doversene occupare.
Le Imprese di tutti i settori si trovano quindi di fronte alla scelta di quale direzione intraprendere e a quali attese rispondere, nell’assunzione delle diverse attività che attengono alla Responsabilità Sociale: investire sui temi del futuro legati allo Sviluppo Sostenibile oppure rispondere alle esigenze dell’«adesso», prioritarie per specifici target? E nei due casi, quali specifiche direzioni adottare?
Occorre inoltre tener presente che, affinché l’Impresa possa essere credibile nelle proprie iniziative di Responsabilità Sociale, e possa inoltre attendersi dei “ritorni”, deve operare tenendo in considerazione:
- Le attese generali da parte delle persone e nello specifico dei propri target di riferimento.
- Il “senso” complessivo dell’impresa in questione: i suoi prodotti, il suo posizionamento, la sua reputazione, la sua immagine.
Si tratta di un’area di ricerca oggi strategica per le Imprese, affinché i ritorni delle proprie iniziative nell’ambito della Sostenibilità possano essere realmente premianti. Su questo tema, Eumetra mette a disposizione la propria expertise di ricerca e consulenza per aiutare le aziende a definire un piano di azioni relative ai temi della Sostenibilità che siano realmente efficaci, concrete e misurabili, attraverso un percorso di ricerca costruito ad hoc per ciascuna Impresa.