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Spesso gli italiani si lamentano del proprio Paese. Per i motivi più differenti: ne vedremo alcuni tra poco. Ma, nonostante questo atteggiamento critico sia assai diffuso, nell’insieme, siamo contenti, addirittura orgogliosi di vivere nella nostra penisola e di esserne cittadini.

Lo prova il fatto che, interrogato sull’orgoglio di essere italiano, l’ampio campione (più di 3.000 casi) di popolazione del nostro Paese interpellato da Eumetra (nell’ambito della ricerca “Benessere e Sostenibilità”) risponde per quasi tre quarti (73%) piuttosto decisamente di “sì”. Di fronte alla richiesta di dare un voto da 1 a 10, come a scuola, alla propria soddisfazione di essere cittadini, l’esito medio è 7,56, dunque ben aldilà della sufficienza. Con però una netta e significativa differenziazione generazionale: gli anziani si mostrano assai più convinti del proprio orgoglio, che tuttavia è presente – benché, come si è detto, in misura minore – anche tra i giovani. Ancora, si rileva una differenza a seconda del livello di istruzione. Più si è studiato, più si è orgogliosi di appartenere al nostro Paese: chissà che non sia, per una volta, un effetto positivo di ciò che ci insegnano a scuola.

Ma, come si è detto, ci lamentiamo comunque. Tanto che se, al di là dell’orgoglio di esserne cittadini, si chiede il voto all’Italia come paese in cui vivere, il punteggio medio è ancora sufficiente, ma notevolmente più basso: 6,38. In particolare, solo poco più della metà degli intervistati dà un voto uguale o superiore al 7. In altre parole, siamo orgogliosi di essere italiani, ma alcuni aspetti del vivere qui non ci piacciono. Quali?

Alcune cose ci soddisfano molto. Specie se confrontate con quanto accade in altri paesi. Anzitutto l’alimentazione, il nostro modo di nutrirci, rinomato in tutto il mondo. Non a caso, questo è l’elemento per cui si rileva, tra gli intervistati, il punteggio massimo di soddisfazione: 8,38, ancora una volta superiore tra i più anziani, forse anche perché hanno avuto modo di provare più a lungo il nostro stile di vita. Piace anche la natura, il nostro territorio (voto medio 8,29) e, naturalmente, il nostro patrimonio artistico (voto medio 8,25). Solo un po’ meno la moda, il modo di vestirsi (voto medio 7,93).

Giudizio aspetti Italia

 

Fonte: Benessere e Sostenibilità

Ma allora cos’è che non ci soddisfa, che ci porta spesso ad essere così critici sul vivere nella nostra penisola?

Soprattutto, ci lamentiamo delle istituzioni rappresentative. Se si domanda infatti la valutazione dello Stato italiano, visto nella sua complessità, il giudizio è addirittura sotto la sufficienza: il voto medio espresso è 5,68, con una particolare criticità tra chi abita nel Centro Sud. Una porzione ampia di territorio che si sente, come molte altre ricerche hanno dimostrato, più distaccato dal Paese, talvolta escluso. Anche se le persone che provengono dal Centro Sud sono, come si sa, molto rappresentate tra gli esponenti delle istituzioni.

Tra le istituzioni, quella che piace meno in assoluto, come è già emerso da molti studi, sono i partiti politici: in questo caso più di tre italiani su quattro danno un voto sotto la sufficienza (voto medio 3,76), considerando i partiti tutti insieme, e giudicandoli nel loro complesso poco capaci di rappresentarci. Dunque, una sfiducia assai diffusa nei confronti delle forze politiche, spesso reputate tutte uguali tra loro.

Questo giudizio critico sui partiti si ripercuote inevitabilmente sulla valutazione delle diverse istituzioni politiche. In primo luogo, su quello sul Governo che, spesso di qualsiasi colore esso sia, viene sovente valutato negativamente. Specie, naturalmente dagli elettori dei partiti che non ne fanno parte, ma non solo da essi. L’attuale Governo Draghi costituisce una significativa eccezione. Esso, infatti, viene valutato positivamente da più di metà dell’elettorato.

Si è sempre critici, invece, verso il Parlamento (voto medio 4,43), il che significa, purtroppo, che la maggioranza dei cittadini del nostro Paese non ha fiducia verso la principale istituzione che ci rappresenta. E anche verso il sistema giudiziario (voto medio 4,59). Meglio di tutti se la cava il Presidente della Repubblica: anche per quest’ultimo, tuttavia, in media non si raggiunge la sufficienza (voto 5,71). Ma i giovani sono in tutti questi casi un po’ meno critici verso tutte le istituzioni: forse una speranza per il futuro.

Diverso è l’atteggiamento verso gli enti e le organizzazioni che ci proteggono: i voti medi espressi per Esercito, Polizia, Carabinieri sono tutti sopra la sufficienza. Tutte le forze di difesa e di protezione pubblica sono viste dagli italiani con favore. Chi conquista la vetta del consenso sono i Vigili del fuoco, il cui voto medio sfiora l’8. Con un’accentuazione tra i più anziani.

Insomma, le istituzioni politiche non ci piacciono. È un dato noto, ma, al tempo stesso preoccupante. Siamo legati al nostro Paese, spesso orgogliosi di farne parte, ma ci aspettiamo un mutamento profondo in chi ci governa e chi ci rappresenta.

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