Gli accadimenti e le emergenze che stiamo vivendo da oltre due anni incidono sulla qualità del nostro poter vivere la vita con pienezza e soddisfazione. La flessione dell’indicatore raccolto nello studio BENESSERE (piattaforma Knowledge Building Eumetra) misura con chiarezza questo andamento: nelle rilevazioni degli ultimi due anni, a fronte di una porzione sostanzialmente residuale di popolazione ‘pienamente soddisfatta’ – in ulteriore contrazione – è aumentata quella che ha assegnato un valore di soddisfazione alla propria vita appena sufficiente o al di sotto della sufficienza.
Questa rappresentazione conterrebbe già di per sé presagi allarmanti – soprattutto a fronte del prolungarsi e dell’aggravarsi delle emergenze esterne generatesi nel corso del 2022. Occorre tuttavia approfondire oltre, dal momento che i dati richiedono di prestare attenzione anche alle dinamiche sociodemografiche interne a questo crescente disagio:
- in primo luogo, il fenomeno risulta colpire in misura più significativa la popolazione femminile, già in partenza meno soddisfatta di quella maschile che, pur flettendo, si stabilizza a valori più alti. In un’ipotesi di proiezione futura che pare probabile – qualora cioè l’edizione 2022 confermi la tendenza in atto – se ne dovrà prendere atto insieme a doverose riflessioni di carattere sociale ed economico, aggravate da un’ulteriore evidenza relativa alle fasce di popolazione che risultano in particolare interessate da questo progressivo ‘affaticamento’
- la popolazione di età tra i 35 e i 55 anni – che idealmente dovrebbe corrispondere a quella della massima capacità produttiva, reddituale, e di spesa – registra, in assoluto, i valori peggiori di soddisfazione per la propria vita. I più giovani e i meno giovani, infatti, pur attraversando – per ragioni totalmente diverse – stagioni della vita caratterizzate da un’elevata incertezza nel futuro, da difficoltà relazionali e, per i più anziani, di salute, attribuiscono alla loro vita – in questo momento pur complicato – un livello di soddisfazione migliore rispetto a quello assegnato da chi si trova nelle fase centrale, nel ‘cuore’ della propria vita.
Si tratta di segnali di disagio importanti, crescenti, e rispetto ai quali si possono certamente ipotizzare diverse determinanti per le quali, allo stesso tempo, non sembrano disponibili almeno nell’immediato risposte o soluzioni dirette.
Ecco perché Eumetra ha iniziato a ragionare dell’importanza dello “Star Bene”.
Star Bene è importante.
Perché il “sentire” di disporre al massimo delle proprie risorse – mentali, fisiche, affettive, sociali, lavorative
- è condizione per vivere il presente e progettare il futuro liberamente, secondo le legittime aspirazioni e negli ambiti concessi dalle situazioni individuali
- riguarda «Tutti» e allo stesso tempo «Ciascuno» – secondo le proprie individualità, situazioni, reazioni soggettive al contesto, ed è
- condizione esistenzialmente critica – si fa cioè più importante ma più complicata – in epoche purtroppo caratterizzate da continue emergenze.