In questa epoca di transizione verso una nuova mobilità green, i riflettori sono costantemente puntati sull’automobile, eppure quello che succede nel mondo delle due ruote merita altrettanta attenzione.

Gli scenari evolutivi a due e quattro ruote vengono considerati diversi, principalmente per il numero degli attori. La Politica è il protagonista in più che è presente nello scenario delle quattro ruote. Ha preso prepotentemente la scena con la decisione di fissare improrogabilmente al 2035 lo stop alla vendita in Europa di auto ICE (Internal Combustion Engine), e ha relegato sia i costruttori automobilistici sia i clienti finali al ruolo di comparsa.

Nelle due ruote la Politica, per ora, non è intervenuta, almeno non in maniera altrettanto drastica. Non si è pronunciata sullo stop alla vendita dei motori a benzina, forse per il loro peso minore in termini di contributo all’inquinamento o semplicemente per priorità di agenda. Qui i protagonisti restano dunque i due tradizionali: da una parte l’Offerta e dall’altra la Domanda. Il punto e la frequenza con la quale questi due soggetti si incontrano determina il mercato, senza interventi esterni. Questa situazione “in purezza” è la cartina tornasole delle potenzialità reali dell’elettrico oggi, in assenza di fattori esogeni. In sostanza, la scelta di chi acquista uno scooter elettrico è dettata unicamente dalla preferenza per il prodotto, per le caratteristiche e per le possibilità che offre rispetto ai competitor tradizionali.

Chi fa ricerca di mercato, un po’ per deformazione professionale e un po’ per obbligo contrattuale, è abituato però ad osservare le cose con gli occhi delle persone. In qualunque contesto e a fronte di qualsiasi cambiamento: a maggior ragione durante una rivoluzione di questa portata.

Prima di archiviare ciascuno dei due scenari come diverso e a se stante, è opportuno soffermarsi sul punto di vista della gente, per comprendere di più e meglio l’intera questione.

Entrambi gli scenari a due e quattro ruote convergono infatti sugli unici veri protagonisti della rivoluzione elettrica: gli individui. Tutti gli input sono destinati a loro e il loro personale punto di vista sarà l’unico dal quale guarderanno l’insieme delle possibili opzioni. Sono i singoli elementi della collettività che determineranno di agire in prima persona per l’ambiente, se e quali risorse del proprio bilancio dedicare a questa causa e, soprattutto, a quale delle tante verità disponibili sull’impatto ecologico dei vari mezzi dare credito.

Sono ancora i singoli individui che dovranno affrontare il nuovo problema della propria mobilità. Sì, perché più che ragionare di scenari distinti, battaglie di consenso, questioni ideologiche o tecnologiche, le persone procedono anzitutto per problemi che si trovano a dover concretamente affrontare.

Abbandonando la logica industriale e assumendo quella degli individui, l’orizzonte che ci divide dal 2035 non è affatto breve: è lunghissimo. Nei prossimi 12 anni è estremamente probabile che ognuno di noi si vedrà costretto ad affrontare la questione di trovare una risposta nuova alle proprie esigenze di mobilità. E anche se queste esigenze saranno rimaste immutate, nel frattempo sarà cambiato il panorama delle scelte e le regole che lo governano. Non solo è già cambiato ma cambierà ancora e non è chiaro in quale direzione.

Il problema che ci si troverà ad affrontare sarà dunque un problema totalmente nuovo rispetto al passato. Talmente mutato nelle sue condizioni da indurre a riconsiderare le soluzioni possibili partendo da zero. Più che ragionare per singoli compartimenti stagni – le quattro ruote, le due ruote, la bicicletta – il problema verrà considerato nel suo insieme: esigenze di mobilità / soluzioni disponibili.

Non significa necessariamente che non esisteranno più barriere né confini tra i diversi mezzi e che tutti saranno pronti ad abbandonare l’auto per le due ruote. Ad esempio in Italia nel 2018 il 25% della popolazione adulta rifiutava a priori l’idea di guidare uno scooter. La percentuale dei cosiddetti “rejectors” per le moto arrivava al 39%. Per loro l’ipotesi di considerare le due ruote come una possibile risposta alle esigenze di mobilità non è da considerarsi plausibile.

Però significa che i paradigmi di scelta che abbiamo imparato a conoscere fino ad oggi potrebbero modificarsi drasticamente. O almeno, significa che vale certamente la pena verificare costantemente come staranno evolvendo.

Dal 2008 osserviamo ciclicamente la Domanda di veicoli elettrici nel suo insieme, a due e quattro ruote. Finora lo abbiamo fatto in Italia e da quest’anno, insieme a 7th Sense Research, passiamo ad osservare un perimetro più vasto, con 10.000 interviste che coprono i cinque principali paesi europei.

Il nostro intento è di individuare e descrivere i segmenti di persone che oggi sono più prossimi alle versioni elettriche dei vari tipi di veicoli, compresi scooter e moto, quelli che vi si affacceranno nel medio periodo e quelli che invece faranno più a lungo resistenza al cambiamento.

Intendiamo trovare le argomentazioni e le chiavi di accesso che il marketing potrà sfruttare per ingaggiare ciascuno di questi segmenti, e gli strumenti per operare al meglio in questo contesto ad elevata complessità.

Il punto di vista che adottiamo è quello degli individui: ampio o ristretto per quanto lo definirà ciascun intervistato. Soprattutto ci riproponiamo di identificare le barriere di prodotto e di infrastruttura che oggi frenano le scelte dei mezzi elettrici a due e quattro ruote, e quali sono i livelli di sviluppo che i vari segmenti di individui ritengono di dover attendere per sbloccarli.

Sappiamo che un tema così difficile come prendere parte o no ad una rivoluzione merita una lente molto ampia. Per questo ci impegniamo a trovare i tratti fondamentali per descrivere le diverse tipologie di persone e per decifrare il loro punto di vista su questo tema, all’interno del contesto più ampio della loro vita.

Questi anni di pandemia e di guerra ci hanno dimostrato che gli individui sanno trovare le risorse per andare avanti, sempre. E questi primi anni di rivoluzione elettrica ci hanno insegnato che la risposta che elaborano non è necessariamente pronosticabile. Non tutti si potevano aspettare il successo del monopattino elettrico né che pescasse più dagli utenti dei mezzi pubblici che dagli automobilisti, in qualche modo sovvertendo la ratio che lo aveva creato. Tutto questo dimostra che in fondo il vero innovatore, capace di riformularsi ad ogni cambiamento, è proprio l’individuo. È l’autentico cross-over in circolazione: l’unico che rimescola continuamente stili e modi di essere.

C’è da attendersi che succederà altrettanto in questi 12 lunghi e intensi anni che ci dividono dal 2035.

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