Sappiamo bene che le cose non sono più quelle di una volta – non ci sono più le mezze stagioni e via dicendo – però se anche i ragazzi della Generazione Z continuano a cambiare ancora prima che riusciamo a comprenderli, forse è troppo, anche per noi. Certo gli ultimi due anni sono stati molto particolari, e questo ha influito parecchio. Fatto sta che nella narrazione corrente sui ragazzi nati dal 1995 al 2010 alcune cose vanno certamente riviste. Questo è quanto emerge da un’indagine appena realizzata da Eumetra International, che ha condotto 10.000 interviste tra Italia, Francia, Germania, Uk e Spagna, ponendo a confronto la Gen Z con le altre generazioni, approfondendone i valori, molti degli atteggiamenti di base, i comportamenti di acquisto, individuando i media e i registri per comunicare con loro.

Eravamo rimasti intesi che fossero i paladini assoluti del rispetto della natura, votati all’indipendenza, che avessero un nuovo modo di pensare e relazionarsi al mondo del lavoro, più libero, magari basato sull’antica capacità di fare di necessità virtù. Adesso non è più del tutto così. Su alcuni aspetti sono stati superati dai più anziani, ad esempio proprio sul rispetto della natura.

 

Su altri si sono avvicinati a modelli più consueti, ad esempio nella relazione con il denaro e nelle aspettative sul lavoro, non più necessariamente indipendente e in divenire ma, se possibile, sicuro e remunerativo e, soprattutto, calzante con le loro esigenze. Il passaggio chiave è proprio questo: la maggiore centratura su di sé, forse proprio in conseguenza della pandemia. Di certo questo periodo ha lasciato molti strascichi su di loro: rabbia in alcuni, voglia di recuperare il tempo perduto in altri e in tanti – forse in troppi – una sensazione di solitudine ineluttabile, prima obbligata e ora voluta, necessaria al loro equilibrio. Queste cicatrici si sono mescolate ai cambiamenti fisiologici della crescita, soprattutto al dover iniziare a fare i conti con un futuro che forse nessuna delle generazioni precedenti ha dovuto affrontare in condizioni di simile incertezza. Trovare il legame tra ogni singola causa ed il relativo effetto è esercizio complesso, tanto più che alcuni di questi ragazzi hanno ormai 25 anni, e il futuro hanno già iniziato a viverlo. Dunque, guardiamoli per quello che sono: degli individui che si accingono all’età adulta, destinati a ricoprire un ruolo fondamentale, in un contesto difficile. Si, sono diversi da chi li ha preceduti, ma non sono marziani. E quando si trovano a sperimentarsi con gli snodi della vita finiscono per assomigliarci più di quanto noi stessi crediamo. Un’ultima annotazione di servizio, utile per chi li vede come acquirenti dei propri prodotti. Sapevamo che fossero lontani dal mondo delle marche e questo ha trovato conferma. Ma adesso hanno in più l’esigenza di orientarsi nelle scelte di consumo che sono tenuti a praticare. Sono dei fogli bianchi, e l’indagine di Eumetra International ha individuato che cosa occorre scriverci, quando e come per riuscire ad ingaggiarli nelle scelte di consumo.

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