Perché gli italiani preferiscono l’acqua in bottiglia di plastica?
Tra le macro-tematiche relative alla sostenibilità ambientale analizzate nella 4° edizione dell’“Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile”, realizzato in collaborazione con LifeGate, quella che suscita il maggior interesse della popolazione italiana riguarda il crescente inquinamento delle plastiche e microplastiche negli oceani. Il 92% degli italiani concorda sull’importanza della raccolta differenziata di questo materiale, che si accumula sempre più sul fondo delle nostre acque.
Quello del crescente inquinamento dei mari è infatti un tema che, nei mesi scorsi, ha avuto una grande eco: si pensi alla famosa immagine del cavalluccio marino con il cotton fioc rosa (scattata in Indonesia dal fotografo Justin Hofman), diventata il simbolo del “mare di plastica” che ha invaso le nostre acque, oppure alla recente testimonianza del velista Giovanni Soldini, che, in occasione della traversata Hong-Kong-Londra di inizio 2018, ha raccontato la “situazione di tracollo” in cui versano gli oceani a causa dell’aumento della presenza di plastica negli ultimi dieci anni. Fino alla scultura a forma di balena realizzata dallo studio di architettura e design Studiocka con oltre 5 tonnellate di plastica raccolta nell’Oceano Pacifico, attualmente esposta alla Triennale di Bruges, per sensibilizzare i visitatori sul problema dell’inquinamento da plastica dei mari.
Si tratta di un’emergenza che non possiamo più ignorare (anche la Commissione Europea sta prendendo misure al riguardo) e la cui risoluzione può partire solo da un cambiamento di abitudini nella vita quotidiana del consumatore. A cominciare dal consumo dell’acqua.
Il 53% degli italiani è attento al tema del consumo dell’acqua
Una recente analisi sui comportamenti degli italiani relativi al consumo d’acqua, realizzata da Eumetra MR in collaborazione con LifeGate e con il supporto di Culligan (azienda che opera a livello internazionale nel settore dell’acqua da oltre 80 anni) rivela che poco più della metà degli italiani, 26,8 milioni di persone, è attento alle tematiche sul consumo dell’acqua da bere, ma una parte consistente del Paese (47%) rimane indifferente all’argomento. Fra gli informati, il 38% si dichiara moderatamente attento, mentre solo il 15% è super attento. Quest’ultimi sono soprattutto laureati di 35-44 anni, provenienti dal Nord-Est del Paese.
L’acqua in bottiglia di plastica è la più consumata, perché ritenuta più sicura
Lo studio conferma che fra le mura domestiche il 67% del campione, residente soprattutto al Sud o nelle Isole, preferisce consumare acqua minerale in bottiglie di plastica e più della metà, persone tra i 18 e i 34 anni, lo fa abitualmente. Per il 47% la scelta è dovuta a una percezione di maggiore sicurezza. Per il 20% è invece una questione di comodità, mentre solo il 16% sceglie l’acqua minerale confezionata perché ne preferisce il gusto.
L’acqua del rubinetto depurata è l’opzione preferita dal 27% del campione. La scelta è dovuta a sicurezza (40%), benefici salutistici (16%) o minore impatto sull’ambiente (10%).
Infine, il 18% dichiara di consumare acqua del rubinetto non depurata, soprattutto per abitudine familiare (32%), comodità (27%) e minore costo (20%).
La frequenza di utilizzo – a casa – dell’acqua proveniente dalle diverse fonti
Valori %
La plastica inquina e costa: 9 italiani su 10 ne sono al corrente
A fare da contraltare al grande utilizzo delle bottiglie di plastica c’è la diffusa consapevolezza dei rischi per l’ambiente che tale scelta comporta. In particolare, il 90% del campione è consapevole che nel 2050, nei nostri mari, vi sarà più plastica che pesci. Il 91% è altrettanto convinto che la produzione e il trasporto di acqua minerale in bottiglia comportino un elevato impatto ambientale in termini di emissioni di anidride carbonica. Infine, per quanto riguarda i costi economici, il 92% del campione è a conoscenza che l’utilizzo di acqua minerale in bottiglia determini un esborso a famiglia che varia da 300 a 700 euro, in funzione della qualità del prodotto.
Rinunciare alle bottiglie di plastica? Ok, ma la gente chiede più garanzie
Il 68% degli italiani è disposto ad abbandonare l’acqua in bottiglia e passare a quella del rubinetto, a condizione però di ricevere maggiori garanzie sulla qualità. La percentuale riguarda soprattutto soggetti con più di 55 anni, residenti nei grandi centri del Sud Italia, con un titolo di studio medio-basso.
Un nuovo scenario europeo
Di recente, la Commissione Europea ha deciso di revisionare la direttiva 98/83/CE sulle acque potabili, con l’obiettivo di incentivarne l’utilizzo in quei paesi, fra cui l’Italia, dove si consuma in maggior misura acqua in bottiglia. Circa un italiano su due (49,3%), soprattutto persone tra i 18 e i 34 anni, ritiene che l’eventuale miglioramento della norma possa favorire il consumo dell’acqua del rubinetto.
Un primo passo verso quel cambio di abitudini che è oggi più che mai indispensabile per salvaguardare il futuro dei nostri mari.