Nei giorni scorsi, il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva sulle case green, che prevede che, a partire dal 2028, tutti i nuovi edifici siano costruiti a zero emissioni e che quelli esistenti raggiungano la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e D entro il 2033. La strada per l’entrata in vigore della direttiva è ancora lunga e l’esito di questo iter non è scontato (si veda il caso analogo dello stop delle auto diesel e a benzina dal 2035): la direttiva UE ha, infatti, suscitato dibattiti e perplessità, soprattutto in Italia, dove i costi dell’efficientamento delle abitazioni avrebbero un impatto elevato per i cittadini.

I dati raccolti dall’Osservatorio Green Home Smart Home Eumetra (a breve in partenza con la nuova edizione) ci aiutano a fotografare lo stato attuale del patrimonio immobiliare del nostro Paese, per comprendere quali siano effettivamente i passi da fare nella direzione della transizione energetica.

Transizione energetica delle famiglie italiane: a che punto siamo

Considerando che partiamo da un parco di case molto tradizionali, ovvero poco efficienti, negli ultimi anni qualche movimento si è visto verso l’efficientamento, lentamente, mattoncino su mattoncino. Solo il 10% delle case è full efficient, il 20% ha introdotto alcune misure… quindi il 70% è purtroppo indietro. Questo dato però cresce tutti gli anni dell’1%, nel 2019 era il 7%. Ma certamente resta molto da fare.

In particolare, ci sono piccoli segmenti di famiglie che investono sinergicamente ed efficacemente, ad esempio, con l’isolamento termico o cappotto e la pompa di calore per il riscaldamento; in alcuni casi, installano anche l’impianto fotovoltaico e, contemporaneamente, adottano sistemi di gestione digitale degli impianti, che favoriscono l’ottimizzazione dei consumi.

Però anche piccoli interventi, come cambiare la caldaia con una più efficiente, che consuma meno e ha un impatto minore sull’ambiente, rappresentano un passo importante.

Osservatorio Green Home Smart Home

Fonte: Osservatorio Green Home Smart Home | Eumetra

I principali fattori che inducono (o disincentivano) gli investimenti in una maggiore efficienza delle case

Il fattore principale che spinge i cittadini ad investire in una maggiore efficienza della propria casa è sicuramente la possibilità di consumare meno energia e dunque di risparmiare economicamente.

Inoltre, le agevolazioni fiscali che hanno permesso di avere sconti in fattura sull’acquisto di nuovi impianti o opere hanno sicuramente incoraggiato ad intraprendere percorsi anche complessi; come sappiamo, però, gli ecobonus generosi hanno fatto gonfiare i prezzi e drogato il mercato e necessitano di correttivi.

Infine, non dimentichiamo il fattore “sbattimento”, ovvero la difficoltà ad intraprendere percorsi complicati tecnicamente e burocraticamente da parte di una popolazione invecchiata.

Educazione “green” e comunità energetiche: come spingere le famiglie verso la transizione energetica

Per incentivare i comportamenti e gli investimenti della famiglie nell’ambito dell’efficienza energetica, occorre prima di tutto cominciare dall’educazione e dall’informazione sugli sprechi (spegnere le luci, sostituire le vecchie lampadine con lampadine led, non sprecare acqua, ottimizzare la gestione del riscaldamento…); in questo, le nuove tecnologie possono dare una mano.

Inoltre, anche se nel nostro Paese siamo ancora agli albori, ci sono piani per sviluppare le comunità energetiche, che consentono di produrre energia dal basso, a livello locale.

Le comunità energetiche sono associazioni costituite da aziende, cittadini e pubblica amministrazioni locale, che si uniscono per produrre e consumare energia localmente. L’energia è prodotta attraverso impianti di energia rinnovabile come ad esempio il fotovoltaico ed è destinata principalmente all’autoconsumo; infatti, si può partecipare alla comunità energetica anche solo come consumatori e non produttori. I benefici delle comunità energetiche sono:

  • innanzitutto economici – non solo per chi produce energia – ma per tutti i partecipanti, grazie agli incentivi relativi all’energia condivisa;
  • ambientali perché non si produce CO2 e si disperde meno energia grazie alle reti locali;
  • sociali perché favoriscono l’aggregazione delle comunità.

Un condominio può diventare una comunità energetica!

Di questi e altri temi si occuperà la nuova edizione dell’Osservatorio Green Home Smart Home, a breve in partenza.

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